Zorro & Pinelli. Tracce di fumetto militante, dal racconto di storia all’azione nel presente.

Un altisonante titolo da dare ad un progetto di fumetto che sta muovendo ora i primi passi.

Effettivamente si tratta di un progetto, in quanto i due autori, Nicola Gobbi e Jacopo Frey stanno ora iniziando a produrre delle vere storie a fumetti. Per quanto riguarda Nicola questa è una tappa fondamentale del suo percorso, che ha preso le mosse dagli studi di fumetto dapprima alla Scuola Internazionale poi all’Accademia delle Belle Arti di Bologna, mentre per Jacopo si tratta della sperimentazione di un possibile percorso di indagine della realtà, praticando normalmente altre strade di ricerca. I due si muovono fra Ancona, loro città natale e Bologna, città, in cui, pur nelle contraddizioni che essa vive, hanno trovato ottime occasioni di espressione.

Zorro e Pinelli hanno fato la loro comparsa nel n° 2 di “Burp! Deliri grafico- intestinali”, in un racconto sulla vicenda dell’omicidio Mario Lupo, compagno di Lotta Continua ucciso dai fascisti nel 1972.

I due personaggi stanno trovando una loro dimensione nelle storie, assumendo con sempre più consapevolezza il ruolo di portavoce della nostra volontà di produrre fumetto con un forte ancoraggio con la Realtà, unico terreno che, secondo noi , può permettere al genere di uscire dalla crisi di identità che sta attraversando.

Le nostre produzioni spaziano in un ampio spettro di analisi, che cerca di toccare i momenti di maasima conflittualità e

La pace fra gli oppressi, la guerra agli oppressori!

Per il fumetto indipendente

Buona strada

Jacopo e Nicola

mercoledì 10 novembre 2010

Mars Mira


Questa storia vede i nostri due personaggi, Zorro e Pinelli partecipare alla Mars Mira, ovvero  “Marcia della Memoria”, che ogni anno si svolge nel territorio della Reubblica Srspka (Repubblica Serba della Bosnia Erzegovina) in ricordo dei bosniaci che persero la vita nel luglio del 1995 a seguito dell’invasione dell’enclave di Srebrenica da parte delle truppe serbo bosniache di Ratko Mladic. La marcia ripercorre la il percorso della fuga dei 5000 bosniaci che partirono,  presagendo l’imminente  pulizia etnica,  da Srebrenica all’arrivo dei serbi per rifugiarsi a Tuzla, ancora sotto controllo bosniaco.
L’idea della storia nasce da una nostra collaborazione con il video maker  Michele Martini, presente alla marcia di quest’anno, che ci ha messo a disposizione il materiale visivo da lui recuperato e che ha partecipato alla stesura della sceneggiatura.
 Queste poche tavole, in uscita sul quinto numero di Burp!, vogliono essere una prima occasione per riaprire una discussione critica sulla vicenda dei Balcani da troppo tempo assente dal dibattito pubblico e politico, pur essendo stata uno dei punti nodali della formazione dell’identità europea nel passaggio dalla guerra fredda alla situazione attuale

lunedì 8 novembre 2010


   "Pancho Villa era solito svegliarsi in un luogo quasi sempre diverso da quello che aveva scelto per addormentarsi. Aveva questa singolare abitudine perchè per una buona metà della sua vita, ben oltre la metà della sua vita adulta, 17 anni dei trenta vissuti prima di partecipare a una rivoluzione, era stato un fuorilegge : ricercato dalla giustizia, bandolero, ladro di bestiame, brigante. E aveva paura che quella debolezza di concedersi qualche ora di sonno potesse sancire la sua rovina."
Paco Ignacio Taibo II
"Per un breve tempo, anche i banditi hanno il loro regno, la loro giustizia, la loro legge."
Ramòn Puente
"Chi canta le gesta della rivoluzione cavalca sul destriero di Villa"
Mauricio Magdaleno
"Non lo capiscono. Faranno di lui caricature, punteranno l'attenzione su un dettaglio o un aspetto della sua persona; creeranno su di lui leggende e romanzi"
Ramòn Puente
T. Roosevelt: "Villa è un assassino e un bigamo".
Jhon Reed: "Bè, io credo nella bigamia".
T. Roosevelt: "Mi rallegra molto che lei crede in qualcosa. Per un giovane uomo è necessario credere in qualcosa".
Conversazione riportata da Granville Hicks
"Amico, la storia della mia vita dovrà essere raccontata in tanti modi diversi."
Pancho Villa

 Tratto dal libro: "Un rivoluzionario chiamato Pancho" di Paco Ignacio Taibo II